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NeuroMarketing


Negli ultimi trenta anni (forse venti) l’umanità ha prodotto una mole d’informazioni tale da superare la quantità prodotta gli ultimi 5.000 anni.
Le radici di questa “fame” d’informazioni affondano nella psicologia evolutiva, quando i nostri antenati della savana dovevano saper mettere a frutto tutte le nozioni in loro possesso consapevoli che la sopravvivenza dipendesse essenzialmente da questo.
Ogni novità, accadimento, fatto, innescava un conflitto mentale tra paura e curiosità. Con il susseguirsi di nuove generazioni, nelle menti “primitive” si è sviluppato un sistema di gratificazione che incoraggiava la raccolta di nuove informazioni utili a vincere la grande sfida dell’evoluzione.

Recenti e accreditati studi clinici (Irving Biederman , University of Southern California, 2006) ci dicono che questo meccanismo è ancora attivo nel nostro cervello e affermano che ogni volta che impariamo qualcosa si innesca una catena di reazioni chimiche che gratificano il cervello con una “dose” massiccia di oppioidi...
Biederman inoltre, osservando i cervelli di alcuni volontari tramite tomografia a risonanza magnetica, ha notato che tali stimoli diminuivano quando i volontari rivedevano le stesse immagini e quindi per ridestarne l’attenzione bisognava in qualche modo “confonderli” o procurare loro nuovi stimoli.
Utilizzando le più innovative scoperte basate sull’uso di moderne tecnologie tendenti al controllo/sfruttamento di particolari meccanismi della mente, illustri scienziati e rispettabili professionisti sono ingaggiati dagli uffici marketing delle multinazionali, attratti da lauti stipendi, per cercare di “arrivare” ai nostri neuroni onnubilati da migliaia di input pubblicitari allo scopo di riuscire a riaccendere la nostra attenzione e a spingerci infine a consumare sempre di più nuovi e vecchi prodotti.
Neuromarketing è l'insieme di queste tecniche, la nuova pseudoscienza che si ripromette, nel giro di pochi anni, di scoprire e quindi sfruttare i circuiti “desideranti” dei nostri cervelli. Ah, dimenticavo! Tutti quelli che pensano di essere immuni da questo condizionamento (come me per esempio!) probabilmente possono togliersi dalla testa quest’utopica illusione!
Uno studio recente di Benjamin Lidet (University of California, 2004) sembra dimostrare che in realtà è il nostro subconscio che prende quasi tutte le decisioni, poi la coscienza si impegna a motivarle e a giustificarle: le TAC del nostro cervello mostrano che quando si forma una decisione il subconscio si prepara ad agire fino a 500 millesimi di secondo prima che si agisca consapevolmente!! Mentre scrivo, team agguerriti di scienziati in tutto il mondo stanno cercando di capire perché alcuni input pubblicitari riescono meglio di altri a ”accendere” i nostri neuroni. Preoccupati? No, aspettate a farlo, prima pensate a come queste pseudoscienze possono essere sfruttate (e lo sono!) in politica per raggiungere, esercitare e mantenere il potere sulla popolazione… ma questo è un altro argomento!Con affetto, il vostro PiccoloDrago