Viviamo in un paese dove il
democristoscautiano Presidente del Consiglio etichetta sprezzante come
"accozzaglia" gli appartenenti a tutte quelle forze politiche avverse
alla sua riforma costituzionale, dissidenti del suo stesso partito compresi.
Per non essere da meno, il comico blogger Grillo, l'esponente di maggior peso
elettorale (numericamente parlando) tra quelle figure che si candidano come
alternative a Renzi, definisce "serial killer" tutti quelli
favorevoli al SI referendario. Il dibattito politico ha così raggiunto livelli
altissimi in queste ultime ore, gli scontri verbali sono diventati talmente
pregni di significati e di contenuti da far apparire come ridicole beghe di
bottega le perplessità di Platone nei confronti dei sofisti o da ridurre allo status di mero
litigio condominiale la critica alla ragion pura di kantiana memoria.
Costituzionalisti di chiara fama, giuristi affermati e titolari di cattedre
universitarie si ritrovano
ridotti/costretti a partecipare a mortificanti dibattiti mediatici dove
i loro interlocutori sono i Salvini (per il NO) o i Federico Moccia (per il SI)
di turno: è come se De Niro e Al Pacino andassero a Cinecittà per
partecipare in veste di stagisti a un
seminario tenuto da Valeria Marini e Alvaro Vitali sulle tecniche di
recitazione.
Siamo il paese dei grugniti
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