Finalmente sta per finire la più surreale campagna
elettorale mai vista dai tempi dell'evangelico referendum sulla scelta su chi,
tra Gesù e Barabba, avrebbe abbandonato la casa. Le argomentazioni portate a
sostegno delle tesi delle due fazioni contrapposte, così come quelle formulate
per confutare l'altrui pensiero, hanno spesso rasentato il ridicolo e il
surreale. L'ancestrale lotta tra il Bene e il Male che dal Big Bang ad oggi ha
occupato le menti più brillanti della meglio gioventù Homo Sapiens, appare adesso
come una sbiadita (quanto volgare) disputa televisiva in onda durante una
puntata di Forum. Votare SI o NO rappresenterà il punto di svolta per la
sopravvivenza del popolo italiano: là dove hanno fallito gli eserciti, gli
scienziati, i filosofi gli economisti (e i partigiani), un corretto esito
referendario riconsegnerà la penisola italica agli antichi fasti della Roma
Repubblicana governata dal Senato, a quando la Storia la vide protagonista dominante
della scena sociopolitico culturale dell'intero bacino del mediterraneo. I benefici del trionfo del SI o del NO si
ripercuoteranno comunque ben oltre le Alpi e Lampedusa: JP Morgan sarà ridotta
a mero banco