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#Coronavirus chi?

Che luogo strano è diventato l'Italia, una bizzarra penisola in balia degli eventi e degli imbonitori da fiera paesana, teatro privilegiato per cialtroni, cazzari e statisti da discount, inaffidabile accozzaglia di esperti social un tanto a like, enciclopedisti da wikipedia, filologi da Gazzetta dello Sport, indefessi lettori della collana Blue Harmony, intellettuali da Bar dello Sport e Filosofi da Oshoparodia. Siamo la Nazione del "senza 'na via de mezzo", per preservarci dal contagio siamo passati nel giro di poche ore dall'isolamento più assoluto in cantina e al buio, togliendo l'amicizia ai contatti lombardi su Facebook e disinstallando whatsapp, al "volemose bene e abbracciamose" in piazza, tutti insieme appassionatamente, uniti in un immenso girotondo multirazziale
intorno a un gigantesco rogo di costosissime mascherine ffpp3 mai usate, il tutto lanciandosi sterilizzatissimi gavettoni di amuchina.
 E i giornali? Dopo i primi drammatici e apocalittici titoli sparati in prima pagina, roba da far impallidire le aperture dei quotidiani giapponesi il giorno successivo allo sgancio della prima bomba atomica su Hiroshima, adesso ci rimproverano per esserci spaventati senza motivo, per aver esagerato in preda a irrazionali reazioni emotive non giustificabili in alcun modo. Adesso "non esageriamo", recita il liquame cartaceo "Libero" in prima pagina, soltanto poche ore dopo aver titolato a caratteri cubitali "prove tecniche di strage". La misura e  la coerenza prima di tutto, siamo italiani, no? 
E le televisioni? Inquadrature fisse H24 sugli ingressi degli ospedali, dei Pronto Soccorso e dei cimiteri, tutte le Redazioni Rai Mediaset e SKY con display multifunzione indicanti in tempo reale il computo dei contagiati e dei "tamponati" (tipo elimina code al bancone del pane), planisferi digitali apocalittici, orrendamente macchiati da un rosso inquietante, ad indicare le zone più colpite dal virus, cronisti affranti vestiti di nero e telecamere listate a lutto, Requiem mozartiano in Re Minore a mo' di colonna sonora in sottofondo.   
E adesso invece? Immagini di repertorio in bianco e nero di vecchie feste paesane e di sagre della porchetta per ricordarci di quando e quanto eravamo felici, e di come potremmo ancora esserlo, anzi di più, ancora adesso, e poi schiere di giornalisti palestrati abbronzatissimi e sorridenti a raccontarci del nuovo Rinascimento italico scevro da pandemie e contaminazioni, orde di determinatissime casalinghe di Voghera che prendono a picconate le sbarre ai confini dello Stato, giovani padani gaudenti che corrono incontro ai migranti appena sbarcati per offrire loro polenta ed acqua delle sorgenti del Po.
Che bello, che nazione meravigliosa, che popolo ineguagliabile, che gente con gli "anticorpi coi controcoglioni" (cit.)        

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