Grazie 2016, durante il tuo incedere ho imparato che la
Costituzione si può difendere anche senza conoscerla, che è possibile ignorarne i principi
fondamentali e fondanti e al tempo
stesso violarli o rinnegarli. Grazie al 2016, ho imparato che esiste un nuovo
tipo di documento anagrafico, l'autocertificazione di onestà, e che per
ottenerlo basta votare qualsiasi cosa
sia diverso dal PD, a patto che respiri.
A proposito del PD, caro 2016, me lo hai consegnato proprio come lo avevo sempre
immaginato: un'accozzaglia (ops...) di giovani e vecchi democristiani
egocentrici che giocano a fare i progressisti
per fregarti meglio, un coacervo di furbetti conditi da un pizzico di
innocua sinistra lasciata lì a svolgere la parte del nonno rincoglionito al
quale concedere una sigaretta ogni tanto, giusto per farlo stare buono, così
non borbotta. Un anno strepitoso il 2016, l'anno della consapevolezza di
appartenere a una grande Nazione erede dei fasti imperiali e dei trionfi coloniali, l'anno della riscoperta del
martirio di Cristo e dei suoi insegnamenti, quali l'accoglienza, la carità, la
fratellanza, l'offerta del cibo agli affamati e dell'acqua agli assetati. Si chiude un anno che ricorderemo come quello
della rinascita e dell'autodeterminazione italica, l'anno consacrato al virile maschio
latino fieramente posto a difesa dei sacri confini peninsulari quotidianamente
minacciati dai mori infedeli. Grazie al
2016 abbiamo rivalutato la figura della donna fertile e obbediente
che sotto
l'egida del pater familias si riproduce esclusivamente nell'ambito della coppia
naturale e del matrimonio cattolico. Finalmente il 2016 ha visto la fine
dell'ideologie tradizionali, l'imperativo categorico delle nuove forze
politiche emergenti è stato "né
destra né centro né sinistra" perché
uno vale uno, e quindi basta con gli
stereotipi dottrinali ottocenteschi che per decenni ci hanno reso schiavi dei
poteri forti. Basta con le vecchie ideologie partitocratiche, l'anno che sta
per finire ci ha insegnato che oggi l'unico vero e insindacabile Maestro supremo
è il WEB: il web è transpartitico e transnazionale, non perdona e non mente, sarà l'unico strumento
democratico del terzo millennio, se non lo accetti sei un morto che cammina,
sei vecchio, non vali uno, non vali mezzo, non vali niente, perché la
rappresentanza, la partecipazione alla cosa pubblica e le regole le deciderà il WEB ! Grazie 2016, grazie per esserci stato, grazie averci portato tante novità, ultima delle quali in
ordine cronologico, ma non certo per importanza, che "... il rimedio è la
povertà ... "
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