
(cioè il generalizzare) a causa di pochi vandali ci ritroviamo a definire “incivili” tutti gli olandesi, per poi cadere inesorabilmente e con tutte le scarpe nei peggiori luoghi comuni tipo ”le madri degli olandesi fanno tutte le zoccole in vetrina”, oppure “quando noi costruivamo la Barcaccia voi stavate ancora sulle palafitte..." (etc etc). Su questa falsariga, ovviamente, i marocchini diventano tutti spacciatori, i rumeni tutti alcolizzati, gli islamici tutti terroristi, gli ebrei tutti strozzini, i filippini tutti dei servitori e via dicendo sempre più in basso... Ma la conferma a quanto sopra esposto la troviamo direttamente a casa nostra. Infatti, è proprio per queste stesse ragioni che ci incazziamo quando all'estero ci apostrofano come “italiani mafiosi”, essendo consapevoli, appunto, che tale “ generalizzazione” è palesemente falsa (e oltretutto aritmeticamente impossibile nonostante la presenza in Italia di ben 3 mafie diverse). Per lo stesso principio noi romani ci incazziamo quando siamo accusati di avere scarsa voglia di lavorare, specialmente se a farlo è un cittadino del Nord . In questo caso, per riflesso “generalizzante”, i padani per noi diventano con certezza assoluta tutti “tristi mangiatori di polenta” e pure razzisti . E ancora, in base allo stesso principio si incazzano i napoletani quando vengono chiamati colerosi e/o camorristi . Gli esempi da fare sulle “vittime” del qualunquismo e delle generalizzazioni sono infiniti ed abbracciano tutto e tutti , senza distinzioni di sesso età nazionalità o reddito, ma l'unico risultato che possono raggiungere è soltanto quello trasformare le "vittime" in “carnefici” (e viceversa) senza distinzione di ruoli e di responsabilità.
Mo basta, me so' dilungato troppo. Il vostro PiccoloDrago
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per il tuo commento